A Strasburgo Camila fuori in tre set con Silvia Soler-Espinosa: ora Roland Garros



A Strasburgo Camila fuori in tre set con Silvia Soler-Espinosa: ora Roland Garros

Niente da fare per Camila, eliminata al terzo turno del torneo di Strasburgo dalla sorprendente spagnola Silvia Soler-Espinosa, proveniente dalle qualificazioni e numero 118 del ranking WTA. 6-3 4-6 5-7 il risultato di una partita durata 2 ore e 17 minuti di gioco.

Primo set, 6-3. Camila vince il set annullando due break point nel terzo game, ma poi non soffrendo particolarmente strappa il servizio a zero all’avversaria e chiude al primo set point.
Secondo set, 6-3 4-6. Come nei due match precedenti, Camila ha un calo a inizio secondo set, andando rapidamente sotto per 0-5. Inizia però una bella rimonta, che la riporta 4-5 e servizio, ma a quel punto al Soler-Espinosa riesce ancora a brekkare e a portare il match al set decisivo.
Terzo set, 6-3 4-6 5-7. Camila inizia nuovamente in sofferenza, con la spagnola avanti 3-1 e servizio. Dopo un altro break a testa, la Soler-Espinosa riesce ad andare avanti 5-2 e a servire per il match. Qui inizia una nuova rimonta, prima con un break a zero, poi annullando due palle match sul proprio servizio. La Soler si riporta avanti 6-5, dove Camila annulla un altro match point ma cede la partita al quarto.

Con questo torneo, Camila potrebbe migliorare il suo best ranking fino alla posizione numero 49, ma dovrà aspettare i risultati di Puig, McHale e Pliskova per averne la certezza. Prossimo appuntamento venerdì alle 11.30, con il sorteggio del tabellone principale del Roland Garros, dove Camila sarà impegnata da domenica.

About the author

Alberto Brumana – Nato in Piemonte nel 1979, vive da 15 anni a Milano, è giornalista pubblicista e lavora a Sky Cinema. Appassionato di tennis, ha scritto in passato di sport per quotidiani locali e ha gestito per 2 anni TennisBlog. Dopo aver visto per la prima volta Camila al Bonfiglio 2006, nel 2009 ha fondato www.CamilaGiorgi.it. E-Mail: . Twitter: @AlbertoBrumana

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Seguo questo sito da parecchio ma non sono mai intervenuto. Ieri ho letto lo scritto di antoQuarta che dice di avere interrotto un lungo silenzio e il primo, in senso assoluto, di Riccardo. Trovandomi piuttosto in sintonia con entrambi mi sono deciso a scendere in campo.
Mi allaccio al discorso di Riccardo sull’allenatore professionista. Ci sarà un aspetto finanziario da valutare, ma non conoscendone l’impatto devo dare per scontato che sia abbordabile.
Due prime considerazioni:
– tra i maschi di padri coach non ne vedo;
– gli psicologi non fanno sedute con i familiari: nel tennis l’aspetto psicologico è di fondamentale importanza (infatti molti parlano di Camila fuori di testa).
Poi la preparazione fisica. Se l’allenatore non ne ha un’elevata conoscenza e se il traguardo sono le prime 10, un ottimo preparatore atletico diventa indispensabile: guardiamo cosa sta facendo, nel calcio, l’Atletico Madrid.
A 22 anni si possiedono enormi capacità di recupero e la Giorgi non deve essere stanca per 9 set in 3 giorni. La 26enne Soler ha fatto pure le qualificazioni. E cosa dire della 27enne Errani?
Giustamente Riccardo rileva che, per migliorarsi oltre certi livelli, vanno curati dettagli e “sfumature” percepiti solo dagli specialisti: quelli bravi, aggiungo.
Tuttavia ci sono osservazioni alla portata di chiunque: percentuali di doppi falli, di prime valide, di punti sulle proprie prime e seconde, di risposte errate su quelle delle avversarie, di errori a rete, di vincenti contro ingiustificati. Il tipo di superficie incide molto solo sull’ultimo parametro, ma in tal caso si possono fare confronti con altre tenniste non amanti della terra. Esaminando questi dati si avrebbe l’idea non solo che qualcosa non va, ma di quanto non va. Troppo a mio modesto avviso.
Una nota sul servizio. Anche nei pochi giorni in cui va bene, ho l’impressione che le avversarie, dopo un congruo numero di giochi, prendano le misure e rispondano sempre meglio. Così fosse, significherebbe che il servizio non è abbastanza “coperto”, cioè è leggibile. A livello tornei WTA la pura potenza non è sufficiente, neppure sul veloce.
Ho ricavato alcuni dati dalla classifica WTA al 21 maggio, dati che in parte si possono collegare a delle osservazioni di antoQuarta.
Tra le prime 100, Giorgi esclusa (ora ha 22 anni), ce ne sono 43 con 24 anni o meno (calcolati al 31 maggio) di cui:
– 5 con meno di 20 anni
– 9 di 20 anni compiuti
– 5 di 21 anni
– 9 di 22 anni
. 8 di 23 anni
– 7 di 24 anni.
Considerare solo le prime 100 e il limite di 24 anni sono ovviamente mie opinabili scelte.
La statistica mi sembra dia un’idea, sebbene approssimata, della possibile concorrenza; pensiamo poi a quante altre giovanissime atlete sono nascoste oltre la 100a posizione: solo poco fa c’era la Bencic.
La mia preoccupazione è che, se Camila non si sbriga a correggere i difetti da tutti evidenziati, potrebbe venire scavalcata da molte e andare incontro ad una involuzione.
Speriamo che nel suo entourage (termine da RG) facciano considerazioni di questo genere e agiscano di conseguenza: in caso contrario ci toccherà gioire ogni tanto per un vincente sulla riga a 200 all’ora, però senza mai guardare il tabellino.
Con simpatia, saluti a tutti.

Sono andato a rileggermi una vecchia intervista a Sergio fatta due anni fa
(http://www.pianetatennis.com/interviste/intervista-al-padre-di-camila-giorgi-12090). Per certi aspetti è superata, per altri mi sembra attualissima. Intanto dà una risposta a chi ipotizza che si sia impegnata poco a Strasburgo. E poi, secondo me, è illuminante quando lui dice che Camila tende a irrigidirsi e quindi a sbagliare, e in certi frangenti non riesce a giocare rilassata. Se devo dirla tutta è proprio quello che ho notato con McHale, nel secondo set con Cornet e in tutti e due gli ultimi turni di Strasburgo. Secondo me ha sentito la tensione, si è fatta aggredire dal nervoso di non riuscire a dominare due avversarie inferiori sulla carta. Il tutto aggravato dalla poca dimestichezza con una superficie che non riesce a gestire bene come le sue preferite. Non è questione di spalla o di altro, è solo che in campo non succede quello che lei vorrebbe e quindi si innervosisce sempre di più. Poi cerca di calmarsi, ci riesce, e si innervosisce di nuovo.
Ma quello che mi colpisce, e mi emoziona, è il profilo umano di Camila che emerge dalle parole del padre. Questa ragazza ha una passione immensa, un talento enorme, e ha dovuto superare ostacoli molto duri. Lei è grandissima, e per questo la ammiro, non solo come tennista, ma perché è un essere umano e lo dimostra in ogni suo colpo e nel modo con cui sta in campo. Io credo che ogni volta che gioca una partita lei porti con sé tutta la sua storia. Che noi non possiamo conoscere. Pensiamoci, quando commentiamo le sue partite.

Nelle ultime sei righe che hai scritto c’ e’ il succo di tutto. La storia di Camila e’ sempre in campo con lei.

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